" Eh...è la vita che cambia le persone... "
Dissi, saggiamente, chiudendo gli occhi e annuendo con la testa.
" Non potrebbe definirsi tale, altrimenti, non trovi? "
Mentre disegnava qualcosa a terra,
Gabriella mi fece un'altra domanda.
Molto personale.
Come facevo
Come facevo
Come facevo
...come facevo?
I miei genitori mi avevano lasciato quando avevo poco più di un anno, non avevo molto da ricordare.
Avevo convissuto con l'idea di essere orfano.
Ma non avevo provato la...vera, assoluta, sensazione di perdita... che forse lei aveva subito.
Non ero mai stato veramente, solo. Avevo mio zio. Ho mio zio.
E... e avevo Katie.
Come avevo fatto a calmarmi, allora?
Si possono paragonare le due cose?
No, pensai.
Non si può.
Cercai di rispondere nel modo più dolce e sensibile che riuscii ad ottenere.
" Vedi... neanch'io, se te mi avessi incontrato qualche anno fa, anche solo un paio, non mi avresti riconosciuto.Probabilmente nno sarei mai venuto qui, non ti avrei mai parlato, nè ti avrei mai calcolato in vita mia. "
Wow che inizio brusco, mi dissi con una smorfia.
Però, era la verità.
Stavo parlando a briglia sciolta.
Continuai, più pacato, la voce sottile.
" Ho convissuto con la morte dei miei genitori fin da bambino. I nostri casi...sno un po' diversi,"
Mi dispiaceva, non poterle essere di aiuto.
E glielo dissi.
" ... davvero, mi dispiace.
Però, non troppo... non troppo tempo fa ho perso la "
Serrai la mascella, bloccandomi un istante, scosso dalle emozioni.
" la ragione della mia vita. Mi è stata portata via. So che non è la stessa cosa.... ma il dolore è sempre dolore...
Quindi, tornando alla tua domanda "
Continuai, tornando ad esibire un sorriso piccolo piccolo.
" come ho fatto?
Ho cercato di distrarmi, in tutti i modi possibili. Ho cercato di mettere in atto gli insegnamenti della mia famiglia. Di essere quello che loro, se potessero vedermi, quello che loro definirebbero un buon figlio. Ho cercato di comportarmi in modo tale da renderli orgogliosi. E non sempre mi è riuscito... "
Aggiunsi alla fine, con amarezza.
" Ma.."
Mi feci più vicino e le scompigliai i capelli sulla testa con la mano.
".. al mondo siamo più di 6 miliardi, no? Non sono mai stato solo. "
Quanto mi costava dire quelle parole, quanto male, quanto dolore dovevo reprimere e nascondere dentro di me, celando quella stretta che mi attanagliava l'animo, Gabriella non poteva saperlo.
E non lo avrebbe saputo.
Nessuno, mai.
Perchè doveva restare segreto, e nascosto il più possibile.
Anche a me.
Le sorrisi, di nuovo, e disegnai i ltriangolo nella griglia.
Destra...
In alto.
Avevo vinto, pensai, sorpreso e tronfio.
e con questo,gabry,ti auguro buon anno
stasera parto,torno sabato...non potrò postare...te rispondi intanto