| La radio passava "Until the end of the world" trascinata dall'evidente maestria di The Edge; l'aria era umida, pesante. Tenevo stretto in mano un grappolo di motivi per riposare e lasciar andare l'invitante voce di Venom in sottofondo, quasi come una ninna-nanna, ma germogliava a tratti e in svariate zone della mia pelle la curiosità di afferrare qualcosa in più su quella faccenda...
Imparai a memoria un nome, Penelope, creatura magica, mistica...rapita. Era l'unico nome che meritava attenzione, era l'unico essere in serio pericolo. Il resto lo avevo conservato in un angolo remoto della memoria, in attesa di ripescarlo a tempo debito. Parlai a Venom delle miei impressioni del paese, vaneggiando su letti scomodi e umori traballanti, ma era solo una scusa per distrarla: inchiodata all'acceleratore, d'una frenesia spossante, lei possedeva negli occhi il graffio della rabbia. Rabbia che le colava in poche lacrime trattenute, già asciutte sulle guance...la sua tensione era palpabile, la si intravedeva nella polvere sul cruscotto dell'auto e perfino l'abre-magique al muschio sembrava diffonderne il sapore.
L'occasione che attendevo per ripescare quei nomi accartocciati si presentò ore dopo, quando incrociai per la prima volta un nuovo vampiro. *Dannazione* pensai, *come si chiama quel tizio*...sfogliai centinaia di pensieri, ma quel nome non voleva riemergere. Venom sembrò leggermi nel pensiero, o forse vide solo il mio viso crucciato intento a ricordare, e disse:
"Quello è Marcus. E' un volturo, ma è con noi...per adesso fa parlare me". Mi fissò per qualche secondo, poi si voltò, afferrando qualcosa dal suo lato dello sportello e nascondendolo in tasca. Notai quel particolare e lo dimenticai l'istante successivo. Scesi dall'auto, incappucciato e con passo pesante...Venom mi precedeva di circa venti metri; la vedevo parlottare con quel tale e gesticolare. Avvicinandomi, notavo lo sguardo indiscreto del vampiro, il quale sembrava parecchio infastidito dalla mia presenza...decisi di non preoccuparlo oltremodo: un tizio che non riesce a congelare il suo disappunto, sbandierandolo con gesti ed occhiatacce, non valeva di certo la pena per un'incazzatura imprevista. Mi fermai a qualche metro da loro, sentendoli organizzare un piano...Venom era agguerrita; Marcus sembrava tosto. Io avevo l'evidente aspetto di uno che non sapeva dov'era, che a stento conosceva i motivi della sua presenza; uno che aveva dormito poco e bevuto troppo...ero la personificazione dell'emergenza e questa, si sa, può sempre essere fonte di imprevisti.
*Questo vampiro barcollante si farà gli affari suoi* pensai *e che lo vogliate o no, vi darò una mano se necessario...*
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