Camilla ha detto di continuare a postare.
Lei scriverà un post di tanto in tanto.
Quindi dopo di me ci sei di nuovo tu Tony XD
09 : 12
Diciamo che non era mio solito arrivare in ritardo.
Ero famoso per la mia incredibile puntualità, tanto che, talvolta arrivavo addirittura in anticipo.
Non mi piacevano i ritardatari, si, li odiavo, come odiavo i peli dei Licantropi.
( Non di tutti
)
Per questo, quella mattina, guardando l'orologio e correndo per le strade scivolose di Forks, stavo arrivando addirittura ad odiare me stesso.
Incredibile, io in ritardo.
Tutto per colpa di Tony.
Aveva disturbato la mia caccia mattutina facendomi squillare quel maledetto telefono.
Avevo fatto finta di dormire, almeno per un pò, ma quello stro*zo sapeva benissimo che i Vampiri non possono dormire.
Era proprio un fot*uto basta*do quando ci si metteva, così, alla fine mi ero arreso e avevo risposto.
Solo che...
Bè...
Ero in compagnia di alcune "vittime" ignare di ciò che stava per accadere loro, e, dopo aver sentito Tony che sbraitava come un cogl*one al cellulare, avevo dovuto sgozzarle in fretta senza troppi complimenti.
Ero ancora leggermente sporco di sangue quando entrai al pub, tanto che uno dei camerieri amici di Camilla, mi chiesero giustamente delle spiegazioni.
Sono caduto James, perchè correvo qui!
Lo so, sono una me*da.
Bla bla bla...Me lo levai veloce dalle palle, ed entrai nel privè appena in tempo.
Camilla stava uscendo dal retro, ma per fortuna, grazie ai miei riflessi, riuscii a non farmi beccare.
Scusate il ritardo.Dissi alzando le mani in segno di resa.
Poi, puntai il mio dito di marmo contro il nasino delicato di Tony.
Colpa tua stro*zo.
C'è ancora una testa che rotola dalle scale a casa mia.Tony sorrise, esibendo quel suo ghigno perverso, poichè aveva notato le facce che avevano fatto gli altri presenti quando mi avevano sentito dire quella cosa così,
ehm, macabra...
Fot*iti Tony.
Allora, ti vuoi decidere a dirci perchè ci hai trascinati qui all'alba?Lanciai una mezza occhiata a Chris.
Sembrava davvero a terra quella mattina.
Era quasi pallido quanto me.
Istintivamente portai la mano ghiacciata sotto al tavolo e strinsi quella calda e rassicurante di Charlie.
Non l'avevo salutata per bene.
Volevo fargli sentire la mia presenza...