Non ci posso credere...sono tornata a Forks, maledizione...e perchè, poi?, Ah, già, perchè sono un'idiota.

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(::()::)Charlie(::()::)
view post Posted on 6/7/2009, 17:42





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Non ci posso credere...
Fuggo a gambe levate da Forks, cerco di farmi una vita nuova, in Europa.
Iodiota, idiota idiota
Mi smbra di avere una scritta a caratteri cubitali sulla fronte che lampeggia.
Come a dire: Ehi, guardate qui, guardate la ragazza che sta facendo la più grossa ca**ata del mondo!
Idiota, doppiamente idiota
Sapevo che mi stavo facendo del male a ritornare a Forks.
Non sapevo come avrei fatto a giustificare la mia assenza a Ely.
Che poi, tra parentesi, mica è stata così ansiosa di vedermi.
In tutto il tempo che sono mancata non una telefonata.
Manco solo per assiurarsi che stavo bene.
Dopotutto non la biasimavo.
Almeno, mi sforzavo di non farlo.
Dopotutto forse anche io avrei reagito male se mia cugina di punto in bianco va via da Forks senza un motivo...senza neanche lasciare in messaggio.
Eppure, sono tornata.
Dopotutto non si può sempre scappare dai propri doveri...
Sospirai mentre mi tiravo il cappucci della giacca a vento sopra ai capelli già fradici.
Ovviamente, Forks mi aveva accolto con la solita pioggia snervante.
Diedi un calcio a un pietro, nervosa.
Poi, con un sospiro, mi sedetti su una panchina.
prima o poi un taxi sarebbe arrivato.
Si spera.
Sbuffai.
Ma perchè diamine ero tornata?
Ah, già, perchè sono un'idiota.



Edited by »-(¯`v´¯)-»MissRebelInLove - 23/9/2009, 16:51
 
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Louise ,
view post Posted on 14/8/2009, 10:19




Indossai gli occhiali da sole neri che portavo sempre con me nella borsa.
A che scopo, poi?
I miei occhi ormai erano una miscela tra l'oro ed il bronzeo.
Quasi dorati.
Era diventata una mania, il fatto di coprire le parti del corpo più... uhm, come dire... esposte a 'rischio'.
Mia cugina Gabriella stava per tornare a Forks.
Forks, la cittadina più piovigginosa e orripilante della penisola Olimpya.
Ero riuscita a scoprirlo solamente grazie al mio 'potere' da vampira.
Ero riuscita a vedere dove si trovava, qualche ora prima: su un aereo, come dicevo prima, per Forks.
Il mio potere era una specie di cristallomanzia.
Senza acqua nè cavolate del genere.
Di colpo, riuscivo a vedere dove si trovavano esattamente le persone o oggetti.
Abbastanza utile, come cosa... diciamo.
Mi sedetti su una panchina, sistemandomi la borsa sulle ginocchia.
Incrociai le gambe, per poi spostare una ciocca biondo caramello dietro l'orecchio.
Cercavo di essere il più possibile un umana.
Ricordo ancora la 'lezione' datami dalle sorelle Cullen.
Ero stata tre ore ad esercitarmi a sembrare una normalissima ragazza... ormai ci avevo fatto l'abitudine.
Chissà se Gabriella stava davvero tornando nella sua città natale.
Forse mi stavo sbagliando.
O forse no...
Infatti, dopo un pò, una figura familiare sbucò dal bar dell'aereoporto.
I soliti capelli ondulati scuri le arrivavano fino alla vita -erno cresciuti?- e, come al solito era vestita di nero.
Sorrisi.
Era come l'ultima volta che l'avevo vista.
Mi vide, per cui restai seduta dov'ero.
Accennai un saluto con la mano destra, facendole segno di avvicinarsi.


 
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(::()::)Charlie(::()::)
view post Posted on 14/8/2009, 10:45




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Ovviamente, quando a Forks, cerchi un taxi, non lo trovi mai, manco a pagarlo con i lingotti d'oro.
Sbuffai.
Mai come in quel momento odiai la mia città.
Aspettai altri e dieci minuti, indecisa su cosa fare.
Fino a che due fari illuminarono la strada buia.
Sospirai.
*Grazie al cielo*.
Pensi tra me e me.
Corsi verso la strada sventolando una mano.
"Taxi? Taxi! Taxiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"
Ovviamente non si fermò, ma, dopo che passò, mi ritrovai fradicia.
Mi aveva fatto la doccia con l'acqua di una pozzanghera.
Restai qualche secondo ferma, fumante di rabbia.
Feci un gestaccio nella direzione in cui era sparita la macchina e iniziai a sputare tra i denti improperi in francese.
Dopotutto, tutti quei mesi in Francia mi avevano fatto imparare qualcosa: le parolacce.
Mi trascinai fino alla panchina dove avevo posato la valigia.
Intanto vedevo un ragazzino che rideva.
Probabilmente aveva visto la scena.
Tremante di rabbia continuai a borbottare insulti.
Mi veniva più facile farlo in francese, ormai.
Una piccola folla di curiosi si stava fermando ad osservarmi, divertita.
Bene.
Bene.
Anzi.
Benissimo.
Sarei andata a piedi.
Bagnata fradicia.
Mi sarei fatta tre chilometri a piedi.
Poco male.
E con i tacchi da dieci.
Altrochè.
Iniziai a trascinare la valigia per la strada bagnata mentre cercavo di no traballare sui tacchi.
E cercando di ignorare gli sguardi ironici dei curiosi.
Cercavo di essere altera.
Iniziai a camminare a passo di marcia verso casa, sperando di avere un po' di dignità, ma avevo capito che ormai, sembravo solo un gatto mezzo affogato.
Mi guardai torva intorno, sfidando gli altri a ridere finchè una figura seduta su una panchina mi fece un gesto di saluto.
Quando capii chi fosse mollai di colpo la valigia...
Che mi cadde sul piede.
"Merde" imprecai.
Era Eyleen.
Ignorai le risatine dei curiosie passai uno sguardo sulla pelle pallida, sulle occhiaie, sulla lucentezza fioca della sua pelle al tenue bagliore di un lampione.
Anche senza vederli, sapevo già che il colore degli occhi era o rosso, o dorato.
La fissai, accigliata.
Era Eyleen...e aveva anche parecchie cose da spiegarmi...


 
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Louise ,
view post Posted on 17/8/2009, 16:05




Continuai a sorridere, chiedendomi se avevo fatto la cosa giusta.
Era a pochi metri da me, uno o al massimo due.
Non parlai, per paura che la mia voce risuonasse troppo diversa al suo orecchio umano.
Il ragazzino che aveva riso di lei continuava a fissarla con una faccia da idiota.
Bastò un mio movimento e un sorrisino glaciale a zittirlo.
Soddisfatta, tornai a Gabriella.
La fissai da dietro gli occhiali scuri.
Era immobile e stringeva i pugni.
Come l'ultima volta.
Come quando avevamo litigato di brutto.
Ricrdi offuscati, ormai.
Sospirai.
Un trillo di cellulare mi fece tornare al presente.
Aprii la borsa, firmata e costosa.
Mi era stata regalata da Tanya, quando ero a Denali.
Tirai fuori il cellulare, anch'esso nuovo di zecca.
Puah.

Pronto?, trillai.
Ecco, aveva sentito la mia voce.
Non c'era paragone a quella di prima.

Sì, stasera va bene. Grazie Keira.
Rimisi il cellulare in borsa.
Gabriella... sussurrai senza buoni risultati, benchè cercassi di velare la realtà.
Come stai?
Mi sembrava un discorso tra me e me, poichè Gabriella era ancora immobile davanti a me, e non dava cenni di vita.

 
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(::()::)Charlie(::()::)
view post Posted on 17/8/2009, 16:32




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Nella mia mente, ormai, c'era una battaglia fra le due me.
G1:"Sei davvero un'idiota! Davvero pensi che Eyleen, la tua cuginetta, la tua migliore amica...ti farebbe questo? Sei davvero idiota fino a questo punto?"
G2:"A dire la verità sì"
G1:"Sì che sei idiota o sì che pensi che Ely ti tradirebbe così?"
G2:"Penso che mi tradirebbe."
G1:"Cosa?!? Scusami, ma la vacanza in Francia deve averti fatto saltare qualche rotella!"
G2:"Guarda tu stessa! Come ti spieghi il suo aspetto? La sua pelle pallida?"
G1:"Ok, dovrebbe farsi un po' di lampade, ma forse è la luce fioca...forse"
G2:"La pelle che brilla?"
G1:"Forse ha utilizzato qualche schifezza glitter per il corpo..."
G2:"La vacanza in Francia ha fatto saltare a te lerotelle, carissima! Stai negando l'evidenza!"
G1:"Ok, ok...forse è come dici tu, ma non dovresti dubitare così di tua cugina."
G2:"Ma taci idiote."
G1:"E poi non è detta l'ultima parola...io scommetto che ti stai sbagliando e ch..."
Fuori dalla mia guerra mentale la voce di Eyleen trillò qualcosa.
La voce come uno squillo di campanellini.
la voce di un'estranea.
G1:"Forse si è fatta cambiare le corde vocali..."
A quel punto decisi che quella guerra stava diventando ridicola.
Eyleen era una-deglutii e chiusi gli occhi prima di pensarlo- una vampira.
Non sapevo cosa dire e solo quando sentii una goccia più calda delle altre scivolarmi sulla guancia, realizzai che quella non era pioggia-almeno non solo-capii che stavo piangendo.
Stavo piangendo perchè ormai l'unica persona che mi legava a quel mondo non c'era più.
Al suo posto c'era una creatura sconosciuta, di cui non conoscevo neanche la voce.
Sentii l'ultimo paletto a cui mi ero appigliata sgretolarsi.
Mi guardai intorno.
Le luci fioche davano un'aria spettrale a quel posto.
Iniziavano a venirmi i brividi mentre cercavo di calmarmi.
ma poi capii che dovevo andarmene da lì.
Perchè il problema non era dove mi trovavo.
Ma con chi mi trovavo.
Mi girai, lasciando la valigia a terra.
Non me ne fregava più di niente.
Iniziai a correre, cercando di non voltarmi indietro, cercando di non cadere, ma soprattutto cercando di non pensare che lei mi avrebbe raggiunto in un batter d'occhio, se avesse voluto.
Continuai a correre, smarrita, senza più riuscire a pensare, lasciandomi guidare dalle mie gambe mentre nella mia mente c'era il black out.
Solo una cosa sapevo.
Dovevo correre più veloce del vento.
Dovevo correre sempre più forte, anzi, volare.
Ma soprattutto, dovevo mettere più distanza possibile dall'essere che fino a poco tempo fa era stata la mia unica ragione di vita.



Edited by »-(¯`v´¯)-»MissRebelInLove - 23/9/2009, 16:52
 
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Louise ,
view post Posted on 17/8/2009, 16:47




Stupida.
idiota.
Vogliamo aggiungere qualcos'altro?
Gabriella iniziò a piangere.
Poi fuggì via.
Mi chinai a raccogliere la valigia che aveva lasciato a terra.
La presi senza alcuna difficoltà.
Iniziai a camminare, per poi procedere a passo più spedito verso l'uscita dell'aeroporto.
Appena fui fuori, iniziai a correre.
A correre a velocità sovraumana, ovvio.
Nessuno mi avrebbe visto, tanto era notte.
In pochi secondi la raggiunsi.

Ti pentiresti della tua reazione se scoprissi la verità.
Se sapessi come stanno realemnte le cose.
Certo, se hai paura non è un problema, affatto.
Ti capisco.

Era una mia imprssione o gli occhi mi pizzicavano?
Ah, giusto.
Keira me ne aveva parlato.
Tanto era inutile.
Non sarebbero più sgorgate lacrime dai miei occhi.
Mi tolsi gli occhiali e fissai negli occhi Gabriella.
I suoi, scuri e distaccati, evitavano i miei quasi dorati, ansiosi.

Ascolta, trillai nuovamente.
maledissi le mie corde vocali.

Non è come credi.
Non è che non ho avuto scelta.
Sono stata io a...

Mi bloccai a metà frase.
Senti, ti va di parlarne?
le chiesi.
Di sicuro avrebbe risposto no.
me lo sentivo.
Che ragione aveva di stare a parlare con una come me?
nessuna, appunto.

 
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(::()::)Charlie(::()::)
view post Posted on 23/9/2009, 15:50




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Continuavo a guardarla e quasi ne avevo paura.
Guardai i suoi occhi dorati, e in un attimo li vidi rossi, poi color vinaccia, infine neri.
Guardai i suoi denti e in attimo li vidi rossi di sangue, guardai i suoi capelli e dopo soli tre secondi li vidi corti e scuri.
Serrai gli occhi combattendo contro i ricordi.
Mi portai le mani alle orecchie per non ricordare l'ultima persona che avevo sentito parlare con una voce così cristallina.
E sentii la cicatrice a forma di mezzaluna sul collo bruciare nonostante fosse nettamente più fredda del resto del corpo.
Il mio respiro correva veloce e il mio cuore sembrava avere le ali.
Non potevo credere che quello di Eyleen, mia cugina non battesse più, che fosse diventata come quelli che mi avevano resa orfana e quasi vampira.
Eyleen.
Mia cugina.
La mia migliore amica...un mostro.
No, non poteva essere così crudele il mondo, non poteva, non era possibile.
Aprii di nuovo gli occhi e fissai lo sguardo sul ciondolo dell'amicizia che pendeva dal suo collo diafano.
quel ciondolo che ci eravamo scambiate da bambine con la promessa di rimanere sempre amiche.
E abbassai le mani, a poco a poco.
Non funzionava così quando volevi bene d una persona.
Se le puoi bene non puoi fare a meno di amarla con tutti i suoi difetti.
E quel ciondolo ne era la prova.
Il legame tra me ed Eyleen era ormai indissolubile: non potevo farci niente, se non accettarlo.
Vampira o meno, Eyleen rimaneva sempre la mia metà.
Piano piano mi avvicinai a lei l'abbracciai.
L'abbracciai perchè non la sentivo da tempo.
E non potei fare a meno di paragonare la sua pelle gelida e marmorea di adesso con quella calda e morbida di poco tempo prima.
Soffocai un brivido.
Sentii che le volevo bene lo stesso, però.
Non come prima, certo, niente a che vedere.
Più di prima.
Molto di più.
Perchè è in momenti del genere che si capisce se la famiglia e davvero una buona famiglia, è in questi momenti che bisogna dimostrare il proprio aspetto.
E poi, diciamocelo.
Era solo per lei che ero tornata a Forks.

 
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Louise ,
view post Posted on 23/9/2009, 17:58




Si portò le mani alle orecchie, spaventata.
Non mi avvicinai, per paura di peggiorare le cose.
La fissai, immobile.
Rimasi sorpresa -cosa rara per un vampiro- quando di slancio, mi abbracciò.
Mi aveva perdonata? Sì.
Aveva perdonato l'errore grosso di un umano insignificante.
Qualcosa di più strano non poteva esistere.
Ricambiai l'abbraccio, senza avere paura di farla rabbrividire al contatto con la sua pelle fredda.
L'odore del suo sangue era buono, ma mai e poi mai avrei osato farle del male.
Quindi, mi limitai solo a non respirare quando qualche ciocca ribelle dei suoi capelli mi sfiorarono il viso.
Sorrisi, facendo un passo indietro.

Grazie.
Trillai, dondolando sui talloni.
Gli occhi pizzicavano di nuovo: non si poteva provare qualcosa di diverso nel piangere in quel modo, no?
Scoppiai a ridere, prendendola per mano.
Sì, avevo ritrovato la metà di me stessa.
La persona che avevo sempre considerato come una sorella, non come una cugina.
E, lo ammetto appieno, ero felice.
Molto.

 
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(::()::)Charlie(::()::)
view post Posted on 25/10/2009, 21:37




Ma era davvero questo che volevo?
Un mostro?
Era quello che desideravo?
Significava farmi del male.
Uccidermi poco a poco.
Perchè riavvicinandomi ad Eyleen mi avvicinavo ad un brutto universo.
Al mio inferno.
Volevo davvero tornare da delle creature che mi aveva distrutto la vita?
Che è capace di distruggere una vita, una persona?
Era davvero questo che volevo?
Volevo spegnere qualsiasi ultima traccia di umanità che mi era rimasta?
Volevo davvero questo?
Dovevo saltare.
E mi sarei sbucciata le ginocchia, come al solito.
Con qualche differenza...
Non ci sarebbe stato un padre, uno qualsiasi a mettere sulla ferita l'acqua ossigenata e a soffiarci su mormorando 'ora passa, passa tutto' non ci sarebbe stata una madre, una qualsiasi a tenermi una mano e a scompigliarmi i capelli, scuotendo la testa davanti alla mia iperattività.
Perchè lo sai bene, Eyleen, che io, nelle gabbie, non ci stare.
E tornare da Eyleen significava rinchiudermi in una gabbia.
Una gabbia fatta di tante cose non dette, troppe non fatte.
Perchè ormai appartenevamo a due universi troppo diversi, io e lei.
E, ormai niente sarebbe tornato come prima.
Mai.
Ero disposta a raccogliere i cocci di un cuore già martoriato e ricominciare un'ennesima volta come se niente fosse?
Potevo provarci....ma con le ferite come la mettiamo?
Quelle non si dimenticano.
Restano anche solo come cicatrici a segnarti il corpo.
E quelle non te le scorderai mai.
Segno indelebile di un'ennesima sconfitta.
E poi Eyleen era riuscita a frasi una vita, senza di me.
Aveva conosciuto gente nuova, ambienti nuovi.
Un'altro universo che non si sarebbe mai più incrociato con il mio.
Chissà quante persone molto più simili a lei di quanto non lo sia mai stata io aveva conosciuto.
Chiissà quante volte aveva detto 'ti voglio bene' senza pensare a me.
Chissà quante volte aveva guardato una mia foto senza in realtà vederla.
Chissà quante volte aveva tolto il nostro ciondolo dell'amicizia, il nostro pegno d'affetto buttandolo in qualche angolo abbandonato di casa sua.
Dovevo arrendermi.
Lei aveva trovato l'equilibrio, il mondo fatto su misura per lei.
E io, in quel mondo, non c'ero.
Ormai eravamo distanti anni luce.
E io non ci potevo fare nula.
Lei sarebbe stata bene.
Forse anche meglio.
Sarebbe stata bene.
Lei.
Io...ormai ero abituata al dolore.
Ero abituata a sostituire una lacrima con un sorriso, un signhiozzo con una risata, un urlo di dolore con una parola di conforto.
Ci avevo fatto l'abitudine.
E non sarei riuscita a tornare indietro.
Eyleen aveva trovato il mondo giusto per lei...
Io no.
Ma probabilmente non era mai esistito.
Io non ero fatta per stare con altre persone.
E Eyleen non aveva più bisogno di me.
Sarebbe stata bene.
La guardai.
Sì, sarebbe stata bene.
Sfilai con delicatezza la mano dalla sua.
Con calma, con dolcezza, come se fra le due la più fragile fosse stata lei.

Scusami, ma non posso. Lo sai anche tu.
Raccattai la mia roba, con calma, serenità.
Sapevo che per lei era meglio così, senza di me.
Sapevo che dopo milioni di cazzate e strade sbagliate...stavo finalmente facendo una scelta giusta.
E così, pian piano camminai via da lei.
Era facile.
Un passo, uno dopo l'altro, e poi si prende il volo.
Via, via per sempre.
Ovviamente il dolore era lì, limpido, chiaro, forte.
Ma avrei saputo sopportarlo.
Dovevo farlo.
Per lei.
Mai una volta mi voltai a guardarla.


SPOILER (click to view)
Scusami, Eyleen, non avevo scelta.
Cazzate, una scelta c'è sempre.
Scusami, Ely. Sono una cogliona. ma forse è meglio così.

 
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8 replies since 6/7/2009, 17:42   194 views
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